Nella puntata precedente abbiamo affrontato l’illuminazione del soggiorno, della cucina e della sala da pranzo; accendiamo ora la luce nella stanza da bagno, in camera da letto e nelle zone di passaggio tra normative, esigenze funzionali e d’atmosfera.
Tra vasche e specchi, punti luce in bagno
Agnese si guarda allo specchio e si interroga su quale rossetto scegliere per la serata: rosso mattone, rosso ciliegia o un tenero rosa? Meglio puntare sugli occhi ed esagerare con il mascara, il tono neutro andrà benissimo.
Stessa casa, un altro bagno. Lo specchio è appannato, Michela ha abbassato le luci e si sta per immergere in un bagno caldo che durerà almeno un’ora.
L’illuminazione del bagno risponde a più esigenze: quando ci troviamo di fronte alla specchiera è importante avere un'ottima visuale, quando utilizziamo la doccia o la vasca la luce ci aiuta a creare un’atmosfera di relax. A rendere il tema più complesso, si aggiungono le dimensioni del locale: spesso i bagni sono spazi ridotti e ricchi di elementi d’arredo e funzionali.
Procediamo con ordine e ragioniamo su tre piani diversi e complementari:
💡 l’illuminazione generale;
💦 la zona lavabo e specchio;
🛁 la zona relax, con doccia o vasca. Per i più fortunati, con idromassaggio :)
💡 Per raggiungere tutti gli angoli del bagno con una luce d’ambiente ricorriamo solitamente ad apparecchi a soffitto con ottiche ampie o diffuse.
💦 A questa illuminazione generale aggiungiamo quella dedicata al lavabo e allo specchio, dove la priorità è vedere bene. Di norma il corpo illuminante è posizionato sopra la specchiera, per illuminare sia questa, sia la persona che vi sta di fronte. Anche in questo caso l’emissione è diffusa o larga: evitando la creazione di ombre marcate sul viso, la visibilità diventa ottimale e consente ad Agnese di creare un make up perfetto. Secondo la normativa1 il livello di illuminamento medio indicato per questa zona è di 300 lux, a fronte dei 100 lux sufficienti per la luce d’ambiente.
Un’alternativa all’illuminazione a parete è ricorrere ai downlight a soffitto posizionati in corrispondenza del lavabo, preferibilmente con ottiche orientabili così da indirizzare con precisione l’emissione luminosa.
🛁 Infine la doccia.
Installare degli apparecchi all'interno o in prossimità della zona doccia dà la possibilità di creare atmosfere intime e rilassanti. Sarà sufficiente ridurre l'intensità delle altre lampade d'ambiente come ha scelto di fare Michela, o addirittura spegnerle. Nei due ambienti qui di seguito il box doccia diventa un ambiente a sé all'interno del bagno, grazie a un profilo a luce diffusa che corre lungo il bordo del vetro oppure a una composizione di incassi anch’essi a luce diffusa.
Una nota di colore: con un incasso a luce RGB possiamo ricreare un effetto cromoterapico e goderci così un piccolo momento da spa direttamente in casa.
A questo proposito, la posizione dell’apparecchio di illuminazione all'interno del bagno determina il grado di protezione e la tensione di alimentazione richiesti. La normativa italiana CEI 64-8/7 identifica tre diverse zone:
🔸 La zona 1 considera la doccia o la vasca, lo spazio più critico per il rischio di elettrocuzione da contatto diretto o indiretto. Qui è richiesto un grado IPX4 che caratterizza gli apparecchi protetti contro gli spruzzi d’acqua e con classe di isolamento III.
🔸 Fino a 60 cm dal bordo della doccia o della vasca, in zona 2, rimane necessario il grado IPX4 con classe di isolamento I, se l’apparecchio è protetto da interruttore differenziale da 30mA, oppure II o III.
🔸 Allontanandoci dalle zone più critiche, troviamo la zona 3, dove possiamo avere il lavabo e lo specchio, ad esempio. Questa richiede un grado IPX1 e permette una classe di isolamento qualsiasi, I, II o III.
Distendere i pensieri, la luce per la camera da letto
Samuele apre gli occhi e realizza che è sabato, non ci sono sveglie né impegni e può rimanere ancora a letto senza rimorsi. È novembre e fuori c’è una nebbiolina umida per nulla invitante; meglio portarsi una tazza di caffè a letto e leggere alla luce della lampada da lettura a fianco della testiera.
L’illuminazione generale della camera da letto è morbida, attorno ai 100 lux, meglio se realizzata con degli apparecchi che illuminano in maniera indiretta, per rilassare la vista, accompagnarci al riposo e svegliarci con dolcezza.
Questo effetto si può ottenere ad esempio con delle applique mono o biemissione che restituiscono una luce delicata e non invasiva, meglio ancora se scegliamo una temperatura colore calda 3000K e un’ottica diffusa.
Riportiamo qui sotto un’applicazione originale, dove sono stati installati degli incassi orientati verso il soffitto di travi in un gioco di alternanza di luce e ombra, pieni e vuoti. Il colore bianco del legno in questo caso aiuta a dare luce all’ambiente.
Come ha ben pensato Samuele, le lampade da lettura a parete offrono un’illuminazione dedicata, che si sposa con la luce generale. Un plus di questi apparecchi è la duplice flessibilità: quella del fascio luminoso, che può essere regolato mediante lo zoom ottico manuale, e quella dello stelo, che direziona l’emissione luminosa esattamente sulle pagine del libro.
In alternativa, la luce può provenire da un’applique dall’emissione verso il basso oppure dal soffitto, dove un piccolo proiettore dirige il fascio di luce verso il comodino e il lato del letto. Qualunque sia la scelta, la normativa1 consiglia un illuminamento medio di 300 lux per la lettura.
In camera da letto a volte troviamo un angolo salotto, uno spazio che merita una luce a sé. Il ruolo di questo “ambiente nell’ambiente” ci farà preferire un tipo di illuminazione ad un altro. La differenza nelle scelte di luce è immediatamente percepibile nei due scatti fotografici che seguono: nel primo caso un piccolo incasso con ottica 14° rischiara giusto il divanetto, l’atmosfera è intima. Nel secondo caso, invece, un profilo lineare con ottica diffusa dà forza al divano dal tono vivace, creando un’area funzionale.
Rischiarare le zone di passaggio e i corridoi
Con un colpo secco, Cecilia chiude la porta di casa dietro di sé, abbandona la borsa in ingresso e si trascina in corridoio. È talmente stanca che il pensiero di camminare fino alla camera da letto non la sfiora neppure. Si siede sul parquet limitandosi a dei profondi respiri e a giocare con la luce dei piccoli segnapassi installati nel pavimento.
Corridoi e disimpegni sono zone funzionali di un’abitazione: collegano la zona giorno alla zona notte, un piano all’altro.
Per illuminare queste aree di passaggio possiamo ricorrere a una luce diretta dal soffitto, un’illuminazione a parete con delle applique oppure di orientamento con dei segnapassi. L’obiettivo è consentire di vedere eventuali punti di inciampo senza abbagliare, naturalmente.
🔸 Degli apparecchi a soffitto con ottica larga o diffusa permettono di illuminare in maniera uniforme il passaggio o il disimpegno. Non ci sono angoli bui, tutto è ben visibile.
🔸 Scegliendo l’illuminazione a parete possiamo sfruttare una luce indiretta, preferibilmente diffusa, come nella prima foto, oppure rivolta verso il basso per evidenziare degli elementi, gli ingressi in altre stanze o una cassapanca d’antiquariato.
🔸 Se in corridoio desideriamo una guida discreta, adatta ad accompagnarci la sera tardi e utile per andare a bere un sorso d’acqua in piena notte, possiamo ricorrere a dei segnapassi a pavimento o a parete.
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Tra le zone di passaggio di un’abitazione sono annoverate anche le scale: qualche tempo fa ci siamo dilettati sull’illuminazione di queste in 15 modi differenti, leggi qui!
Abbiamo fatto delle brevi irruzioni nelle vite di Giacomo, Elisa, Simone, Agnese e Michela, Samuele e Cecilia per osservarne la quotidianità in casa e ripercorrere in questo modo le molteplici funzioni e forme della luce nell’ambito residenziale.
Hai anche tu un progetto residenziale che vorresti condividere con noi?
Bibliografia
1. UNI/TS 11826:2021 Luce e illuminazione - Illuminazione di interni residenziali domestici con luce artificiale