20/01/2022

Casa Albero di Giuseppe Perugini, appunti per un intervento illuminotecnico

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Roma, fine anni Sessanta. La borghesia romana, gli artisti e gli attori di Cinecittà trascorrono le estati sul litorale antistante la Città Eterna. Fregene è una delle località più ambite, qui le ville sono immerse nella quiete della pineta.

L’architetto Giuseppe Perugini acquista un lotto di terreno e si appresta a costruire la sua personale casa al mare 1Il risultato, tutt’altro che un’anonima residenza borghese, ad oggi è riconosciuto come una delle opere architettoniche più originali del Novecento italiano.

Luce per la Casa Albero

Tra il 1968 e il 1975, il progetto della casa delle vacanze diventa per l’architetto Perugini il pretesto per un’opera sperimentale ispirata all’architettura brutalista dove far convergere in assoluta libertà una creatività...familiare. Sì, perché la Casa Albero, o Casa Sperimentale, come viene chiamata, è l’esito del lavoro di 3P: Giuseppe Perugini, la moglie Uga De Plaisant, architetto anch’ella, e il figlio Raynaldo Perugini che segue le orme dei genitori 2

Casa Sperimentale a Fregene, 1968. Schizzi della struttura della Casa Albero (immagini tratte da La Casa Albero, un Esperimento di Architettura, GB Editoria, Roma 2018)

Nei vent’anni successivi la Casa Sperimentale viene frequentata sempre meno dalla famiglia Perugini e, a partire dal 1995, l’anno della morte di Giuseppe Perugini, l’edificio viene abbandonato a se stesso subendo i danni del passare del tempo, dell’incuria e degli atti di vandalismo che ne imbrattano gli interni e gli esterni. 

Resta però intatto lo spirito originale dell’opera, una vera e propria lezione di architettura tenuta all’aria aperta e destinata a chiunque si ritrovi a passeggiare nei pressi dell’edificio e voglia accoglierla con curiosità intellettuale.

E proprio come se fosse una lezione di tecniche, volumi, forme e sperimentazione, abbiamo immaginato come sarebbe stata la Casa Albero illuminata negli esterni.

Quali elementi di questa architettura potrebbero essere esaltati?
Come trasporre al meglio il concept dell’opera di Perugini con la luce?

Immersa nella pineta di Fregene, staccata da terra e sorretta da travi e pilastri a vista, questa casa sembra sospesa tra gli alberi e ricorda essa stessa un albero, “con i volumi che sembrano appesi ai rami di cemento armato” 3

Due principi architettonici brutalisti saltano immediatamente all’occhio: la struttura portante volutamente messa in evidenza, anziché celata, e l’utilizzo del cemento, combinato ad altri due soli materiali, il vetro e il metallo verniciato di colore rosso 4.

La Casa Albero: prospetto
(immagine tratta da Laboratorio di restauro, gruppo di lavoro Coppola, Sugamusto, Tiani, Tipaldi, Torricella, A.A. 2013/2014, Facoltà di Architettura Università degli Studi Roma Tre)

Tra i pilastri portanti, lo spazio abitativo è costituito da moduli cubici, i “cubetti”, posti su diversi piani e idealmente ampliabili in maniera infinita secondo un concetto di modularità e ripetizione. L’insieme è leggero, nonostante la pesantezza del materiale di costruzione principale, merito delle feritoie orizzontali e verticali che separano le piastre in calcestruzzo e che di giorno giocano con la luce che le attraversa 2.

Il progetto illuminotecnico che abbiamo immaginato per l’esterno della casa Perugini intende far emergere l’identità dell’opera architetturale senza stravolgerne il senso originale. Anche noi giocheremo, come hanno fatto gli architetti, con le linee di intersezione, le luci e le ombre naturali e con i colori rosso e grigio. Disegneremo quadrati su quadrati e restituiremo con la luce l’idea di sospensione e leggerezza della Casa Albero

Procediamo per piani successivi, suddividendo le aree dell’edificio in quattro livelli.

Ma prima vogliamo darvi un’impressione generale:

Il primo livello. La piscina e i locali tecnici

Tra i pilastri della struttura portante troviamo al pian terreno la piscina e i locali tecnici. La vasca d’acqua su cui poggia la costruzione riflette l’edificio stesso ed espande lo spazio su cui insiste la Casa

Per esaltare la sensazione di sospensione dell’edificio sovrastante utilizziamo, solo per questo livello terreno, una luce bianca fredda, 4000K, disegnando i contorni della piscina e dei locali tecnici.

La luce diffusa sale dal basso verso l’alto e segue le forme squadrate degli elementi.

🔶 Intorno all’accesso ai locali tecnici sono stati utilizzati profili incassati diffusi;

🔶 per il perimetro interno alla vasca le linee di luce sono ottenute con dei profili lineari adatti all’immersione

🔶 L’illuminazione delle due colonne che affiorano dall’acqua invece è data dagli incassi Bright 316L a ottica stretta.

Rio Sub 2.2, versione speciale con temperatura colore 4000K, 19W / Bright 3.0 316L, 4000K, 9W, 11°

Rio Sub 2.2, versione speciale con temperatura colore 4000K, 19W / Bright 3.0 316L, 4000K, 9W, 11°

Rio Sub 2.2, versione speciale con temperatura colore 4000K, 19W / Bright 3.0 316L, 4000K, 9W, 11°

Rio Sub 2.2, versione speciale con temperatura colore 4000K, 19W / Bright 3.0 316L, 4000K, 9W, 11°

Il secondo livello. La struttura portante e l’abitazione

Saliamo dal pianterreno alla Casa vera e propria, quell’insieme apparentemente disordinato di pilastri, piastre, moduli, cubi. 

La luce che immaginiamo per il corpo dell’abitazione si insinua nel progetto senza essere invasiva: i proiettori utilizzati sono di dimensioni compatte, sono posti in corrispondenza di intersezioni, giunti, angoli e si mimetizzano con l’edificio perché ne replicano le due tonalità principali, grigio e rosso, rispettivamente come i pilastri in cemento armato e come i giunti in acciaio, le scale e gli infissi. Infine, gli apparecchi sfruttano l’esistenza delle linee di intersezione tra i moduli per nascondere alla vista i cavi di alimentazione.

I tagli tra un modulo costruttivo e l’altro alleggeriscono la struttura e consentono alla luce diurna di filtrare. Dei proiettori di piccole dimensioni dalla lama di luce semicircolare sono installati sugli incroci tra le travi orizzontali e verticali e creano di sera dei giochi di linee e intersezioni simulando quelli voluti dall’architetto.

Questi fili di luce sembrano sorreggere la struttura e citano le ombre che nascono di giorno dalla sovrapposizione dei pilastri. 

Lyss Mini 1.0, 3000K, 3W, trasparente 8°x160°, grigio

Lyss Mini 1.0, 3000K, 3W, trasparente 8°x160°, grigio

Lyss Mini 1.0, 3000K, 3W, trasparente 8°x160°, grigio

Lyss Mini 1.0, 3000K, 3W, trasparente 8°x160°, grigio

Gli stessi proiettori posti sui davanzali definiscono i profili delle finestre disegnando quadrati su quadrati:

Lyss Mini 1.0, 3000K, 3W, trasparente 8°x160°, grigio

Lyss Mini 1.0, 3000K, 3W, trasparente 8°x160°, grigio

L’illuminazione della struttura principale in cemento armato è completata da demarcazioni di luce che scendono dalla sommità delle travi verticali che sorreggono la villa. L’emissione stretta di 11° conferisce maggiore verticalità, contribuisce a staccare il livello da quello sottostante, grazie alla temperatura colore più calda del primo livello, e ricorda la leggerezza ricercata dal progetto originale. In questo caso i piccoli proiettori sono stati scelti di colore rosso per diventare essi stessi elemento decorativo.

Ginko 1.0, 3000K, 3,5W, 12°, versione speciale con finitura rossa / Lyss Mini 1.0, 3000K, 3W, trasparente 8°x160°, grigio / Rio 2, versione speciale con temperatura colore 4000K, 19W/m / Rio Sub 2.2, versione speciale con temperatura colore 4000K, 19W / Bright 3.0 316L, 4000K, 9W, 11°

Il terzo livello. La scala d’accesso e i servizi igienici

La scala d'accesso alla casa è un ponte levatoio, può alzarsi da terra e rendere la casa sull’albero un nido sicuro per i suoi abitanti. Le forme e il colore lo rendono simile allo scivolo di un parco giochi. Una proiezione stretta e allungata lo illumina discretamente per costituire un invito a salire ed entrare in casa: l’apparecchio è posto sull’albero antistante, fissato alle fronde.

Gli alberi sono una presenza fondamentale del progetto di Perugini, dall’idea di un edificio che sembri sospeso, non a caso poi denominato “Casa Albero”, per arrivare alla sua realizzazione in un giardino popolato da grandi piante, che di giorno proiettano ombre sulle pareti esterne e sul terreno circostante in un dialogo costante con la struttura.

L’ombra che le fronde gettano sull’edificio è ricreata di sera sulla scala a chiocciola attraverso l’uso dei proiettori con filtro ombra. La scala a chiocciola risulta così illuminata a chiazze come se fosse ombreggiata dalle foglie degli alberi.

È un effetto di luce leggero e impalpabile, tridimensionale; l’esito di un processo imitativo della luce diurna che evita una spaccatura netta tra l’esperienza visiva che si ha di giorno e di notte.

Ginko 3.0, 3000K, 15W, 48° sharp, con filtro ombra, versione speciale con finitura rossa

La geometria dei quadrati, dei cubi e delle linee rette della struttura abitativa è interrotta solo da due elementi sferici, che si presentano come dei gusci annessi all’edificio: sono i servizi igienici dell’abitazione. 

Dall’esterno sono illuminati da dei proiettori con filtro d’ombra fissati alla struttura e agli alberi. Anche in questo caso, per la massima integrazione degli apparecchi illuminanti nel progetto, i proiettori installati sull’edificio sono di colore rosso, quelli fissati agli alberi sono realizzati nella finitura verde minerale adatta al landscape lighting.

Il quarto livello. Il giardino e il pensatoio

Il giardino nella quale è immersa la Casa Albero è oggetto dell’ultima sezione del progetto illuminotecnico. L’unico elemento architettonico staccato dal corpo principale dell’edificio è la Palla, il pensatoio, luogo ideato dall’architetto per la meditazione che si presenta come una sfera di cemento, elemento geometrico che rimanda all'idea della perfezione. La struttura tonda non prevede finestre, tuttavia la luce naturale filtra dall’apertura principale e da un taglio che percorre la sfera in senso trasversale.

L'lluminazione del pensatoio immerso nel giardino dell’abitazione ricalca quella degli elementi sferici del terzo livello, ossia una luce a chiazze prodotta dal filtro ombra dei proiettori. La scelta dell'emissione di colore rosso, ottenuta applicando un filtro dicroico agli apparecchi, distingue la Palla dall'intero progetto architettonico.

Si tratta di uno stacco visivo, un colpo d’accento, che pone il pensatoio come un elemento a sé stante, un attore al centro della scena illuminato da diverse angolazioni. Il colore rosso è naturalmente un omaggio ai dettagli in acciaio della struttura principale, l’unica tonalità che ritorna in diversi punti dell’edificio.

Foto: Patrizio Bitelli

Ginko 3.0, 3000K, 15W, 48° sharp, con filtro ombra e filtro dicroico rosso

Ginko 3.0, 3000K, 15W, 48° sharp, con filtro ombra e filtro dicroico rosso

I proiettori Ginko che illuminano la Palla sono in finitura verde minerale se posti sugli alberi, rossi se nascosti nella struttura.

Ginko 3.0, 3000K, 15W, 48° sharp, con filtro ombra e filtro dicroico rosso, versione speciale con finitura rossa 

Ginko 3.0, 3000K, 15W, 48° sharp, con filtro ombra e filtro dicroico rosso, versione speciale con finitura rossa 

Ginko 3.0, 3000K, 15W, 48° sharp, con filtro ombra e filtro dicroico rosso, verde minerale

Ginko 3.0, 3000K, 15W, 48° sharp, con filtro ombra e filtro dicroico rosso, verde minerale

Gli stessi proiettori sono utilizzati per gettare dei colpi di luce nel giardino con l’idea di continuare a replicare l’effetto ombreggiato della luce diurna anche di notte. Il tronco dei due alberi principali della scena è illuminato dal basso verso l’alto con degli incassi Bright 3.F.

La rinascita della Casa Albero

Roma, 2020. Sono trascorsi venticinque anni dalla morte dell’architetto Perugini e la sua Casa Sperimentale fa ancora parlare di sé tornando meritatamente sotto ai riflettori grazie a una mostra alla Weissenhof Gallery di Stoccarda 5 e alla costituzione a Roma di un comitato per la sua tutela. 

Il “Comitato permanente per la tutela della Casa Albero” ha già intrapreso la pulizia della Palla e di altre sezioni della struttura principale dai graffiti e dalle scritte accumulate negli anni di abbandono 6. Nell’intento della nuova organizzazione, sposato anche dall’attuale proprietario, l’architetto Raynaldo Perugini, la Casa Albero dovrebbe diventare uno spazio aperto, un luogo di cultura che possa ospitare iniziative ed eventi volti a valorizzarne tutta la potenzialità didattica e culturale. Un ritorno alle origini per l’opera di Perugini, dalla natura intrinsecamente sperimentale, che rappresenterebbe un’inversione di rotta rispetto alle vicende di abbandono e degrado che siamo purtroppo abituati a vedere in Italia. 

Con il nostro piccolo intervento a luce e cuore aperti abbiamo voluto contribuire a diffondere la conoscenza su di un’opera architettonica non molto nota e sulla passione che anima i volontari del comitato per la sua riscoperta e rivalutazione

C’è un’architettura abbandonata che vuoi vedere viva con la luce?

Faccelo sapere!

Sitografia

1. Elle Decor, Dentro la casa più sperimentale di Fregene, https://www.elledecor.com/it/case/a36670658/casa-sperimentale-albero-fregene-giuseppe-perugini/  (20/07/2021)

2. Instoria, La "casa albero" a Fregene. Un'abitazione dalle mille accezioni, http://www.instoria.it/home/casa_albero_fregene.htm (20/07/2021)

3. Archweb, Casa sperimentale a Fregene, https://www.archweb.com//architetture/opera/Villa-Perugini-Fregene/ (20/07/2021)

4. ArchiDiAP - Dipartimento di Architettura e Progetto - Sapienza Università di Roma, https://archidiap.com/opera/casa-sperimentale/ (20/07/2021)

5. Artribune, La Casa Albero di Fregene protagonista di nuovi studi, https://www.artribune.com/television/2019/03/video-la-casa-albero-di-fregene-protagonista-di-nuovi-studi/ (20/07/2021)

6. Comitato permanente per la tutela della casa albero, http://www.casaalberoperugini.it/ (20/07/2021)

Artribune, Architettura: nasce il Comitato Permanente per la tutela della Casa Albero di Fregene, https://www.artribune.com/progettazione/architettura/2020/09/architettura-nasce-il-comitato-permanente-per-la-tutela-della-casa-albero-di-fregene/ (20/07/2021)