Nella prima parte del nostro inno all’illuminazione delle facciate abbiamo discusso dell’armonia della composizione architettonica, dell’accordo tra i diversi livelli di profondità e infine del ritmo degli elementi architetturali. Ora approfondiamo l'esaltazione dei dettagli e gli effetti materici, l'altezza della luce e la riduzione delle dissonanze.
FA. L’assolo del dettaglio architettonico
Ritorniamo per un attimo con lo sguardo verso l’hotel Bergen Bors in Norvegia. Un edificio storico si caratterizza per i numerosi elementi architetturali che arricchiscono la facciata, strumenti di un’orchestra che meritano di emergere singolarmente all’interno della sinfonia. Per renderli percepibili è necessario staccarli dallo sfondo, ritagliarli. La nostra visione infatti è catturata dal contrasto tra l’elemento in luce e quello in ombra.
Nella prima foto i lighting designer hanno puntato sul controluce posizionando un proiettore dietro la colonna e illuminando l’incavo in cui è collocata. Lo stesso proiettore è stato utilizzato per illuminare la decorazione scultorea del timpano, la struttura triangolare resta così in secondo piano.
L’esaltazione del dettaglio architettonico può interessare gli aggetti, quali: balconi, capitelli, bassorilievi, cornicioni e cornici in genere, attraverso l’illuminazione generale dal basso oppure con l’illuminazione puntuale di piccoli proiettori posti sulla facciata stessa.
Nella stazione marittima (prima foto) l’uplight impiegato comprende al suo interno due gruppi ottici distinti, 14° direzionato verso i pilastri della balconata, 30° direzionato verso i balconi il cornicione.
SOL. Il timbro sulla facciata
Abbiamo ragionato sull’accordo dei diversi piani, sul ritmo e sui dettagli architettonici delle facciate. Ma l’elemento caratterizzante di un edificio può risiedere anche nella texture del materiale che lo compone. Il mattone, la pietra, potrebbero costituire un valore intrinseco del progetto architettonico come fossero un elemento decorativo.
🔶 Quando posizioniamo degli apparecchi illuminanti a ridosso delle pareti in pietra per un effetto wall grazing, la texture irregolare ne risulta accentuata, fa emergere ogni singola irregolarità della superficie, delle ombre si generano e nasce del movimento.
🔶 Il medesimo effetto wall grazing restituisce una texture più regolare e comunque vibrante se applicato alle pareti in mattone, le quali tipicamente restituiscono un’atmosfera molto calda che la luce può accentuare ancora di più, con temperatura di colore a 2700K e 3000K.
Proprio perché sappiamo come la luce varia al variare della texture, spesso quando presentiamo un parco ottiche al cliente mostriamo l’effetto di luce su diversi supporti con dei render:
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E se la facciata venisse caratterizzata dall’ombra di uno o più alberi?
Ne abbiamo parlato qui
LA. Tonalità di luce
Fino a qui abbiamo ragionato su come esaltare la personalità architettonica di un edificio permettendo di leggerne la silhouette e i suoi elementi caratterizzanti anche di sera. Lo abbiamo fatto con una classica luce bianca per non tradire gli intenti originali del progetto d'architettura.
Ma se l’obiettivo è quello di emozionare e comunicare un messaggio possiamo permetterci di porre mano alla tavolozza dei colori.
Una location per eventi sulla costa sicuramente può osare un colore blu per illuminare le grandi arcate sul Mediterraneo.
Gli apparecchi RGB / RGBW danno la libertà di adeguare il colore della luce al momento della giornata, possiamo immaginare un bianco per la sera e una tonalità vivace per la notte, oppure degli scenari luminosi che cambiano seguendo uno schema definito.
Giocare con il colore è un qualcosa che ci aspettiamo per le facciate di hotel, i luoghi per eventi, le aziende e i flagship store. Ma negli anni ci sono capitati anche sedi istituzionali e case private.
Al color non si comanda 🎨💖
La luce colorata può anche essere impiegata in maniera temporanea per celebrare ricorrenze o per suggerire un’occasione speciale, un intervento colorato nello spazio urbano difficilmente passa inosservato :)
Un trend a cui abbiamo assistito negli ultimi due anni è l’uso della luce RGBW per ricreare la bandiera nazionale sulle facciate degli edifici istituzionali. Una luce versatile da sfoggiare solo in determinate occasioni, usando invece il bianco classico per il resto dell’anno.
SI. L’estensione della luce
L’opera sartoriale della luce passa anche attraverso la considerazione delle dimensioni della facciata, specialmente l’altezza, dell’intera parete o dei singoli elementi architettonici, perché incidono direttamente sulla scelta della potenza e sul numero degli apparecchi necessari a realizzare l’effetto desiderato.
Riceviamo molte domande su quale sia la potenza corretta per una determinata altezza.
La risposta purtroppo non è una sola, molti sono i fattori che concorrono al risultato: in primis le caratteristiche interne all’apparecchio quali l’ottica e il flusso emesso, ma per una risposta completa sarebbero da considerare anche i materiali illuminati e altre eventuali fonti d’illuminazione nelle vicinanze.
Per gli uplight da esterno abbiamo comunque pensato a una schematizzazione estrema, sulla base della potenza e dimensioni degli apparecchi, per poter dare ai nostri interlocutori delle indicazioni di massima (da affinare combinando gli altri elementi sopra citati nella progettazione illuminotecnica).
🔶 pareti fino a 2 m: diametri da 30 a 50 mm e potenza 2W / 3W
🔶 pareti fino a 4 m: diametri da 70 a 80 mm e potenza 3W / 7W
🔶 pareti fino a 7 m: diametri da 85 a 100 mm e potenza 10W / 13W
🔶 pareti fino a 10 m: diametri da 140 a 200 mm e potenza 14W / 20W
🎵 All’interno di una stessa famiglia di apparecchi per esterni possiamo trovare versioni di differenti dimensioni e potenze così da poter combinare apparecchi diversi della stessa famiglia con la certezza di ottenere per l’esterno dell’edificio l’uniformità estetica.
🎵 Possiamo rappresentare l’unisono, ovvero l’effetto di due o più suoni di uguale altezza uditi simultaneamente, come l’effetto luminoso uniforme tra diverse tipologie di apparecchi. Nella foto sotto, vedete riunite diverse tipologie di apparecchi, un uplight, un proiettore e un’applique accomunati dalla stessa ottica, stessa intensità, stessa altezza.
La dissonanza
È l’effetto disarmonico, discordante, non gradevole, che tutti vorremo evitare. Lo associamo all’effetto indesiderato dell’abbagliamento e all’inquinamento luminoso in genere.
Queste situazioni sono prevedibili in fase di progettazione durante la quale raccomandiamo di direzionare il flusso luminoso in maniera puntuale, per rimanere all’interno della superficie da illuminare, evitando che la luce prosegua oltre il cornicione. Per assicurarsi questo, a volte è sufficiente privilegiare un incasso orientabile a uno con ottica fissa, oppure un proiettore a un incasso, magari posto a distanza dalla parete, come suggerivamo nell’articolo sull’illuminazione dei luoghi di culto in esterno.
Altre volte l’uso della luce in radenza dall’alto verso il basso è la soluzione ideale per ridurre la dispersione, scegliendo ad esempio dei profili lineari su staffa equipaggiati di accessori quali nido d’ape e frangiluce per prevenire l'abbagliamento.
Siamo consapevoli di quanto la luce giochi un ruolo espressivo fondamentale in architettura, sia questa residenziale o urbana, e crediamo che si possa trovare il giusto equilibrio tra luce e buio nell’uso responsabile della luce. In questi anni infatti abbiamo supportato la diffusione di una cultura della luce a prevenzione dell’inquinamento luminoso e abbiamo sviluppato soluzioni adatte a contrastare efficacemente questo fenomeno.
Prendiamo l’esempio del profilo lineare carrabile a tecnologia LED, Tago, l’ultimo nato in famiglia. Tago porta con sé tutta quella cultura di utilizzo della luce responsabile condivisa da L&L: ottiche arretrate per garantire comfort visivo, l’orientabilità di ±20° e le ottiche wall washer e wall grazing per direzionare il flusso luminoso ed evitarne la dispersione, il controllo della luce tramite dimmerazione per avere luce solo quando e dove realmente serve, gli accessori antiabbagliamento integrati nel corpo ottico e, non ultimo, la luce calda 2200K in considerazione degli effetti non visivi sulle persone e sulla fauna selvatica. Il benessere della persona e dell’ambiente passa anche dall’illuminazione una facciata.
Nel caso di facciate storiche, il margine d’intervento può essere ridotto per necessità di rispettare le richieste delle Soprintendenze dei beni culturali. Nella maggior parte dei casi, l’oggetto del contendere è la perforazione per l’installazione degli apparecchi, che viene ridotta al minimo utilizzando dei proiettori di piccole dimensioni e peso contenuto, cercando un percorso nascosto dove far correre i cavi tra gli elementi architettonici.
La possibilità di verniciare i corpi illuminanti con una determinata tonalità dal punto di vista estetico permette di mimetizzare gli apparecchi sulla facciata o sulla struttura, perchè la vista dell’edificio di giorno non ne sia alterata. In tema di riduzione dell’impatto visivo dell'apparecchio, vogliamo qui citare anche il frangiluce, un accessorio antiabbagliamento applicato esternamente al corpo, verniciabile su richiesta dello stesso colore della parete.
Abbiamo messo sullo spartito le sette note dell’illuminazione in facciata, ci siamo concentrati sulla costruzione dei livelli di profondità e del ritmo attraverso la luce, sugli effetti materici, sulle altezze, sugli elementi architetturali che lo contraddistinguono.
Vi lasciamo ora arrangiare la melodia e concentrarvi sull’orchestrazione, quando sarete pronti contate su di noi per gli strumenti ;)
Hai realizzato una facciata con i nostri apparecchi?
Che aspetti, la vogliamo nel nostro reference book!