02/12/2021

7 note di luce in facciata. Orchestrare l’illuminazione esterna di un edificio. Parte 1

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Guardiamo alle facciate degli edifici come se ciascuna di esse fosse uno spartito musicale: quali sono le note che risuonano distinte? Quali sono gli accordi basilari per la composizione della luce su una struttura architettonica esterna? 

DO. Sinfonia di luce

È quasi sera nella città norvegese di Bergen e le luci della storica sede della Borsa si accendono. Immaginiamo di essere tra i pedoni che attraversano la piazza e di alzare lo sguardo. 

Neva 1.0, 3000K, 25W, 10°x40° / Neva Mini 1.0, 3000K, 9W, 10°x40° / Spot 1.0, 3000K, 2W, 20° / Trevi 1.0, 3000K, 6W,

Neva 1.0, 3000K, 25W, 10°x40° / Neva Mini 1.0, 3000K, 9W, 10°x40° / Spot 1.0, 3000K, 2W, 20° / Trevi 1.0, 3000K, 6W, ottica diffusa, versione 313 mm Scopri progetto e credits

Innanzitutto, osserviamo come la facciata dell’edificio non sia illuminata in maniera uniforme, la luce è impiegata diversamente a seconda dei piani visivi e degli elementi architettonici su cui si posa.

Le quattro paraste emergono chiaramente, squisitamente strutturali. 

I corpi laterali su cui si affacciano le finestre sono in ombra: l’illuminazione asseconda… il secondo piano. 

Al centro dell’edificio affiora il primo piano visivo: l’entrata principale, il timpano e la finestra centinata in una moderna trabeazione. 

La luce raccorda tra loro questi elementi protagonisti, esalta il rosso dei mattoni, i due piccoli pilastri al primo piano, le tre arcate a tutto sesto. Notiamo che gli elementi di raccordo centrale sono i medesimi che ritroviamo ai lati e come cambia il loro peso visivo.

Orizzontalmente corrono i due cornicioni, di cui quello più in alto e imponente ha una funzione visiva contenitiva, di limite.

Luce, ombra e le nuance intermedie, così la facciata ha assunto profondità

uno spartito su cui le note, gli elementi architetturali illuminati, creano un movimento che possiamo leggere sia in senso orizzontale che verticale. 

RE. L’accordo dei livelli di profondità

L’osservazione della facciata del paragrafo precedente, costituisce un primo approccio all’illuminazione della pelle architetturale di un edificio.

È utile comprendere quali e quanti siano i livelli strutturali, per poi ordinarli in una gerarchia di primi e secondi piani.

Ragioniamo ora sul modo in cui la luce ci consente di fare emergere questi livelli di profondità

Abbiamo preso come cavia un palazzo del centro di Cittadella e ci siamo divertiti a fare delle prove di luce, per vedere realmente come cambia la percezione dell’architettura.

🎵 Gli elementi architetturali individuati sono: le quattro paraste, tre archi al pian terreno, il portico, il cornicione, il timpano e l’oblò al centro.

🎵 La maggior parte di questi giace sul primo livello; le arcate, il portico e l’interno del timpano rimangono un passo indietro.

🎵 Gli elementi aggettanti sono il cornicione e il capitello delle lesene.

Nel primo scenario riportato qui sotto, abbiamo previsto un intervento minimo, utilizzando degli incassi uplight da 10W con ottica larga sui due spigoli esterni, incassi uplight con ottica diffusa nello spessore interno delle arcate e altri con ottica strettissima orientabile in corrispondenza delle lesene.

Questa soluzione illuminotecnica lavora solamente sul registro inferiore dell’edificio e la sua funzione d’accento non crea un raccordo efficace tra i piani.

Litus 5.4, 3000K, 10W, 40° - ottica diffusa / Litus 5.6, 3000K, 8° orientabile ±15°

Litus 5.4, 3000K, 10W, 40° - ottica diffusa / Litus 5.6, 3000K, 8° orientabile ±15° Scopri il prodotto

Nel secondo scenario abbiamo scelto di lavorare su due piani di profondità: il corpo centrale è esaltato da cima a fondo poiché la luce si estende dal basamento alla cornice del timpano, mentre nelle zone laterali dell’edificio abbiamo voluto lavorare esclusivamente sul secondo piano, illuminando il porticato con luce indiretta.

Oltre a cambiare la disposizione, rispetto al primo intervento abbiamo impiegato una tipologia differente di apparecchio: profili lineari incassati ai piedi delle paraste con ottica 11°, 20W.

Questo scenario è più rispettoso del volume dell’edificio e le due arcate laterali attraverso le quali filtra la luce indiretta del portico creano un bilanciamento visivo tra i pesi della luce e dell’ombra. Tuttavia, non siamo ancora soddisfatti: il corpo centrale privato delle “ali” pare incompleto, così come il cornicione che prosegue lungo il lato inferiore del timpano pare spezzato.

River 1.0, 3000K, 20W, 11°

River 1.0, 3000K, 20W, 11° Scopri il prodotto 

Rimescoliamo le carte.

I profili lineari ai piedi delle paraste nel terzo scenario questa volta sono equipaggiati con un’ottica ellittica, la cui emissione si apre verso i lati dell’edificio fino a raggiungere gli estremi del cornicione. Gli elementi aggettanti sono valorizzati in tutta la loro interezza, è quello che stavamo cercando.

Per quanto riguarda il piano arretrato dell’edificio, scegliamo di sacrificare la luce indiretta del portico in favore di una luce d’accento sullo spessore interno delle due arcate laterali, una zona che altrimenti sarebbe stata al buio. Lo stesso tocco di luce disegna il profilo interno dell’oblò che si trova al centro del timpano, la stessa nota.

River 1.0, 3000K, 20W, 10°x40° / Lyss 1.0, 3000K, 7W, 20°x180°

River 1.0, 3000K, 20W, 10°x40° / Lyss 1.0, 3000K, 7W, satinata 20°x180°, antracite

MI. Il ritmo degli elementi architetturali

👉 Modus operandi 1: riconoscere il ritmo che gli elementi architetturali danno alla facciata ed esaltarlo con la luce. 

Rivolgiamoci stavolta a una struttura più contemporanea, il prossimo caso studio ci conduce a Porto.

L’elemento più caratterizzante di questa facciata è l’incavo squadrato che incornicia le grandi finestre. Per esaltarlo, lo studio di progettazione illuminotecnica ha scelto di posizionare gli apparecchi illuminanti nell’angolo inferiore dei davanzali lasciando che la luce, raggiungendo il lato opposto, segua lo sfumare dei volumi che gradualmente raggiungono il piano della facciata. 

Il progetto architettonico costituito da pieni e vuoti, è stato esaltato dalla luce che ha dettato una frequenza ritmica, si è rivolta solo ai davanzali con ampie finestre, cadenzando così il nostro sguardo.

Lyss Mini 1.0, 2700K, 3W, satinata 9°x160°, cor-ten, base angolare / Beam 1.0, 2700K, 3W, 8°, acciaio inox / Rio 2, 2600K - 2800K, 19W/m

Lyss Mini 1.0, 2700K, 3W, satinata 9°x160°, cor-ten, base angolare / Beam 1.0, 2700K, 3W, 8°, acciaio inox / Rio 2, 2600K - 2800K, 19W/m Scopri progetto e credits

Breve digressione: negli edifici contemporanei particolarmente minimal, spesso le finestre rappresentano l’unico elemento architettonico caratterizzante la facciata, oppure sono il solo elemento che il progettista vuole valorizzare (illuminando in negativo).

Concentrandoci sull’individuazione dell’elemento da enfatizzare, riportiamo qui il caso studio della facciata dell’azienda Jakob Rope Systems, conosciuta a livello globale per la produzione di cavi e recinzioni metalliche.

L’architettura esalta il prodotto di punta dell'azienda rendendolo protagonista della facciata tramite un processo di identificazione tra aspetto estetico e core business aziendale. Lo studio di lighting design elvetico Sommerlatte & Sommerlatte ha deciso di sfruttare la lama di luce del proiettore Lyss 1.0 per ottenere un effetto radente sui tiranti in acciaio.

Lyss 1.0, 3000K, 7W, trasparente 10°x180°, antracite, con staffa speciale

Lyss 1.0, 3000K, 7W, trasparente 10°x180°, antracite, con staffa speciale Scopri progetto e credits

Lyss 1.0, 3000K, 7W, trasparente 10°x180°, antracite, con staffa speciale

Lyss 1.0, 3000K, 7W, trasparente 10°x180°, antracite, con staffa speciale Scopri progetto e credits

👉 Modus operandi 2: determinare il ritmo della facciata attraverso l’illuminazione, nel rispetto degli elementi architetturali.

Vediamo due progetti in cui l'inserimento ritmato degli apparecchi illuminanti, ha contribuito a caratterizzare l’edificio.

Il flagship store di Salvatore Ferragamo a Tokyo vede correre sulla sua facciata dei profili lineari a luce diffusa, in diverse lunghezze, che creano un continuum visivo tra i due blocchi che compongono l’edificio. 
Il Radisson Blu Hotel di Niamey conta 113 proiettori di piccole dimensioni disseminati lungo tutta la sua verticalità che creano dinamismo grazie agli effetti d’accento.

Una tipologia di apparecchio che si presta alla ricerca di ritmo in facciata è l’applique da esterno, mono o biemissione che spesso ricalca con coni di luce stretti la verticalità delle linee strutturali o gli intervalli tra altri elementi presenti. 

Questa soluzione inoltre, dona slancio agli edifici dal punto di vista della percezione ottica.

🎵🎵
E se il ritmo non fosse solo metaforico all’esterno di un edificio? Con l’applique Intono possiamo avere una luce monoemissione rivolta verso l’alto e una cassa audio nell’alloggiamento inferiore per allietare gli ospiti del dehors di un bar o di un ristorante con le nostre playlist.

Scopri Intono | Luce e suono rispondono al comando vocale, il corpo si mimetizza con lo sfondo

Il nostro inno all’illuminazione delle facciate continua, appuntamento tra due settimane con le prossime quattro note!