Nella seconda parte del nostro giro-shopping, ci concentriamo sui dettagli espositivi e il valore cromatico della luce.
La percezione del livello qualitativo del prodotto da parte del cliente è estremamente influenzata dal contesto in cui si trova il prodotto. E il contesto e la situazione sono connotati in modo considerevole dalla luce.
L’illuminazione all’interno di un negozio può favorire l’innesco di quella risposta emotiva ricercata dai team del marketing. È questa l’esperienza che il cliente si porta a casa, anche se non compra niente: una connessione con il brand, che il giorno dopo potrebbe concretizzarsi nella conversione online.
Dentro la vetrina piccola sta l’apparecchio buono
Spostiamo ora l’attenzione dall’illuminazione dell’ambiente espositivo generale ai dettagli espositivi, concentrandoci sulla luce delle nicchie e delle vetrine, habitat di piccoli oggetti del desiderio.
Immaginiamo di entrare in un concept store di prelibatezze al cioccolato e caffè.
Qui la fragranza del cacao e gli aromi dei chicchi vanno a braccetto con l’illuminazione d’accento su esclusive creazioni mignon che richiedono spot posizionati molto vicino all’oggetto esposto. Tra l’altro senza sorgenti a tecnologia LED, queste diventerebbero in men che non si dica irresistibili scioglievolezze nel vero senso della parola :)
Per l’illuminazione d’accento all’interno di queste piccole vetrine o nicchie, possiamo contare su incassi e proiettori di dimensioni ridottissime, ma non per questo meno versatili e performanti, anzi in questo senso ottimi alleati degli addetti alle vendite.
Nel micromondo delle vetrine, i puntamenti accurati sono una conditio sine qua non, che possiamo ottenere attraverso:
🟧 gli accessori d’installazione. Steli, basette, rosoni, consentono al proiettore di arrivare ovunque… all’interno della vetrina;
🟠 l’orientabilità. Una buona rotazione del corpo del proiettore è fondamentale, così come quella di un piccolo incasso;
🔶 lo zoom ottico. Per intervenire sull’emissione luminosa con la massima flessibilità.
Se ci riferiamo ai proiettori di un display da gioielleria, probabilmente la nostra memoria fotografica ci porterà a immaginarli per lo più su stelo. Ma oltre alle gambe c’è di più :D
🟧 A volte l’accessorio di installazione può fare la differenza e ci permette non solo di risolvere l’installazione, ma anche di trovare la quadra estetica.
È il caso per esempio dell’immagine sottostante: al centro della scena si vede una fascia nera su cui sembrano fissati 3 proiettori di piccole dimensioni. In realtà non sono fissati, ma poggiano su una base magnetica che permette di spostarli facilmente sull’asta in ferro acciaio. In questo caso l’illuminazione gioca con le quinte teatrali ispirate a una “piazza italiana” metafisica di Giorgio De Chirico.
Se l’oggetto esposto venisse sostituito all’ultimo con un vaso o una parure, sarebbe sufficiente far scivolare i proiettori lungo l’asta e puntarli sui nuovi oggetti.
🟠 Per quanto riguarda l’orientabilità di apparecchi incassati su scaffali o ripiani di vetrine, una soluzione potrebbe essere un piccolo incasso orientabile e/o parzialmente estraibile.
Non importa se li posizioniamo nel cielino, nei fianchi o nel piano, questi piccoli proiettori a LED non ve ne vorranno se li userete capovolti.
🔶 Infine lo zoom ottico che, senza spostarlo dalla sua sede, permette di modificare l’ampiezza dell’emissione luminosa adattandosi al contesto della vetrina:
Red Passion High CRI
Se ci chiedessero di pensare al colore rosso alcuni di noi penserebbero al Rosso Ferrari, qualcun altro alla suola di un paio di Louboutin, altri a un buon Barolo. Di rossi ce ne sono a non finire, ciò che conta è che il rosso sia davvero QUEL rosso e che il suo rendimento “sotto i riflettori” non paia virare sull’arancione o sul bordeaux.
le migliori sorgenti per ottenere un’ottima resa cromatica dei prodotti.
Mentre in passato l’esempio principe della resa cromatica era una costata di manzo di un rosso vivido che sotto le luci domestiche assumeva un colore decisamente meno invitante, noi, che abbiamo in mente la nostra Carrie Bradshaw, preferiamo mostrarlo con il make up 💋💋💋.
Di base il concetto non è cambiato, con il tempo sono cambiati i metodi di rilevamento della resa cromatica, ovvero la capacità di una sorgente di restituire fedelmente i colori di un oggetto illuminato come solo il nostro amato Sole sa fare (100!):
🔶 l’ormai collaudato e onnipresente CRI (Colour Rendering Index) valore che va da 0 a 100 ottenuto dalla media di soli 8 colori campione;
🔶 il più recente TM-30, che considera ben 99 colori campioni restituendo una coppia di valori. Esso è composto dal Colour Fidelity (Rf) assimilabile al CRI, che va da 0 a 100, e il Colour Gamut (Rg) relativo alla saturazione, che può essere maggiore o inferiore di 100 in funzione del valore assunto dall’indice Rf.
Per essere certi della vividezza dei colori è bene assicurarsi che gli apparecchi montino sorgenti LED con un valore CRI maggiore di 90, TM-30 Colour Fidelity (Rf) maggiore di 90, e Colour Gamut (Rg) intorno a 100.
Come già detto, l’emissione sulla lunghezza d’onda del rosso è un punto debole del LED, per questo se gli oggetti da esporre avranno una dominante rossa, sarà bene controllare i dati CRI relativi al rosso (R9).
The show must go on - anche di notte
Dopo un’intera giornata è finalmente l’ora di abbassare la saracinesca, si fa per dire… Il duro lavoro del negozio e del brand continua anche di sera. Quando non ci sono più i commessi a seguirci nella nostra shopping experience, sono le vetrine a farla da padrone.
Per tutta la notte il brand vorrà continuare a farsi guardare, per questo è di primaria importanza scegliere apparecchi che garantiscano il risparmio energetico.
Nei negozi la luce artificiale lavora incessantemente tutto il giorno, come in pochi altri ambienti indoor. Adeguare l’illuminazione per le ore notturne diventa centrale, per salvaguardare bolletta e ambiente.
L’efficienza energetica delle sorgenti a LED permette di ridurre i consumi, ancor di più se controllate con dimmer, senza calare totalmente il sipario sul negozio all’ora di chiusura, lasciando che il brand parli di sé anche in notturna.
🔶 Illuminare degli scaffali dentro al negozio dà profondità all’ambiente (e una certa sicurezza contro sgradite visite fuori orario) e stimola l’attenzione del passante, che può esplorare con lo sguardo un po’ più in là del primo piano della vetrina. Maturando magari l’idea di ripassare all’indomani per provare quel maglioncino o quegli anfibi.
🔶 La possibilità di avere una luce più discreta per le ore serali e più vivace durante il giorno permette di parlare col giusto tono, senza gridare, alle persone durante la loro giornata e le loro esperienze.
In fondo, abbiamo iniziato questo tour all’interno del negozio dicendo che per noi la luce è un linguaggio di emozioni e a questo ritorniamo una volta usciti dalla porta osservandone le vetrine.
La shopping experience di cui abbiamo scritto è frutto di un insieme di fattori; assieme abbiamo circoscritto le variabili illuminotecniche a cui possiamo mettere mano, per far sì che essa risulti efficace all’obiettivo commerciale, partendo dalla percezione dello spazio attraverso la luce e arrivando alla valorizzazione del dettaglio del prodotto esposto.
Abbiamo scordato qualcosa che reputi importante nell’illuminazione dell’ambito retail?